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Rigassificatori in Italia:Impianti in attività e progetti futuri

 

Tipico impianto di rigassificazione off shore su nave.

Sono passati 3 anni dalla prima crisi del gas fra Russia e Ucraina, ma la situazione infrastrutturale in Italia non è cambiata: anche per il prossimo inverno ci troveremo con penuria di scorte se il contenzioso tra i due stati non si risolverà a breve.
l'Ucraina, nodo nevralgico dei gasdotti europei, seguita a pompare gas gratis dai gasdotti che provengono della Russia e dai Paesi della ex Unione Sovietica e per ritorsione Mosca decide, all'inizio di ogni inverno, di interrompere il flusso. Da questi gasdotti passano 81,7 miliardi di metri cubi l'anno e se qualcuno per ripicca o per giochi politici decide di chiudere i rubinetti, l'intera Europa rimarrebbe al gelo con le fabbriche bloccate e i trasporti pubblici paralizzati.
Un problema comune a tutta l'Europa, ma per noi assai più grave perchè consumiamo tanta energia quanto Turchia, Romania, Polonia e Austria messe insieme e perchè dipendiamo per l'88%, direttamente o indirettamente, dall'estero per il gas naturale. Nessuna nazione occidentale dipende dal gas quanto noi, oggi siamo indietro anche rispetto alla Grecia.
Questa dipendenza è figlia del <nimby> (not in my backyard), non nel mio cortile.
Dopo aver abbandonato il nucleare non si sono cercate sul serio le strade alternative ( no termo-valizzatori perchè considerati cancro-valorizzatori, no all'eolico perchè le pale sono brutte, no al geotermico perchè provoca disastri ambientali, no ai pannelli solari perchè rovinano il panorama dei tetti delle nostre città,.......)
GASDOTTI

Parte la costruzione del gasdotto South Stream
Con la firma della Slovenia si sono completate le autorizzazioni per il passaggio della pipeline che porterà il metano Russo nell'Europa sud orientale bypassando la sempre meno affidabile Ucraina. Dalla costa bulgara si dirameranno due tronconi, uno meridionale che arriverà sino in Puglia e l'altro settentrionale che potrebbe arrivare anche sino in Austria passando per la Serbia, Ungheria e Grecia.
Il costo per la realizzazione del gasdotto, frutto di una Joint Venture tra Gazprom ed Eni, è di 15 miliardi di dollari, mentre la capacità prevista è di 63 miliardi di metri cubi di gas all'anno. La costruzione partirà entro la fine del 2010 e si concluderà nel 2013.
Il progetto è concorrenziale al Nabucco, gasdotto sponsorizzato dalla Unione Europea per trasportare il metano asiatico dal mar Caspio in Europa bypassando la Russia, paese questo poco affidabile e quindi a rischio secondo la EU.   [11/2009]

Il premier russo Vladimir Putin ha reso noto che il gruppo chimico tedesco Basf (attraverso la controllata Wintershall) entra nel progetto del gasdotto South Stream che trasporterà gas russo in Europa attraverso il Mar Nero e i Balcani.
Basf avrà il 15% del consorzio con un investimento di 2 miliardi di euro.
Attualmente il consorzio South Stream è composto da due soli soci, la russa Gazprom e l'italiana Eni, a questi si aggiungerà anche la francese Edf. In realtà, il progetto in questi giorni è messo in dubbio per i contrasti tra Russia e Turchia sul tracciato.   [03/2011]
 
RIGASSIFICATORI

Impianti in funzione:
E' stato inaugurato nel mese di ottobre 2009 il rigassificatore di Rovigo, il primo al mondo off-shore.
Si tratta di un impianto colossale grande due volte lo stadio di S. Siro:
alto 47 metri, largo 88 e lungo 180 con una struttura portante in cemento armato larga 115 metri e lunga 375 metri, del peso di circa 290.000 tonnellate.
I serbatoi hanno una capacità di 125 mila metri cubi e l'impianto trasformerà 8 miliardi di metri cubi di gas all'anno proveniente dai giacimenti del Qatar che sono circa il 10% del fabbisogno nazionale .
Il rigassificatore è collegato alla rete nazionale gas attraverso un metanodotto nuovo di zecca.
La società proprietaria del terminale, cioè l'Adriatica LNG, è controllata al 45% da Qatar Terminal Limited insieme a Exxon Mobil Italiana gas con un altro 45% e il restante 10% dall'Edison.

C'è un altro rigassificatore attivo, il primo costruito in Italia, che si trova a Panigaglia nel golfo di La Spezia, di proprietà Eni che può arrivare a produrre 3,4 miliardi di metri cubi l'anno.

Impianti autorizzati, ma ancora non realizzati:
- L'impianto Offshore di Livorno (30% E.On) da 3,75 miliardi di metri cubi, dovrebbe essere operativo dal 2011.
- Impianto di Gioia Tauro (25,5% Sorgenia, 25,5% Iride) da 12 miliardi di metri cubi, ha avuto l'ok dalla commissione VIA e dovrebbe entrare in funzione nel 2013.
- Impianto di Porto Empedocle (Enel) anche questo da 8 miliardi di metri cubi. L'Enel ha avuto l'ok dalla commissione VIA. Il 20 gennaio 2009 la conferenza dei servizi della Regione Sicilia ha chiuso l'istruttoria. I lavori partiranno a breve, ma ci vorranno circa 4 anni per il suo completamento. L'investimento previsto è di 600 milioni di euro e sarà realizzato dalla società Nuove Energie, posseduta al 90% da Enel e al 10% da imprenditori e Enti locali.
Progetti futuri:

- Impianto Offshore di Ravenna (Eni) da 8 miliardi di metri cubi. In fase di progettazione.
- Gas Natural e Snam ne preparano due da 8 miliardi di metri cubi a Taranto e Zaule (Trieste).
- E.On ha in cantiere un ulteriore Offshore nel golfo di Trieste da 8 miliardi di metri cubi.
- Erg e Shell hanno in cantiere un impianto sempre da 8 miliardi di metri cubi a Priolo ma gli abitanti hanno bocciato il progetto con un referendum .
Resta quello di Rosignano, sempre da 8 miliardi di metri cubi (70% Edison), che però rischia di sfumare proprio per l'autorizzazione data a quello di E.On.


Ultimo aggiornamento:
Marzo 2011


Il principio della rigassificazione è semplice:
il gas viene liquefatto a temperature bassissime  nelle cisterne delle navi e trasportato via mare fino agli impianti che compiono l'operazione inversa, riportandolo al suo stato gassoso e immettendolo nella rete di distribuzione.
Questa tecnica, particolarmente sofisticata, permette di ottenere una maggiore diversificazione di approvvigionamento di gas da altri paesi e ridurre al minimo la dipendenza  dalla Russia, dall'Algeria
e ora anche dalla Libia dopo l'intervento armato dei francesi, inglesi e americani contro Gheddaffi.
 

 
Michele Zampilloni

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