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ENERGIE ALTERNATIVE

ENERGIA DA FONTI RINNOVABILI IN ITALIA -DATI 2011

Produzione elettrica in GWh

 

Potenza installata in MW

                               

IDRAULICA

                               
        4 6. 3 5 0               1 7. 9 5 0          
                                                                           
                               

EOLICA

                               
        1 0. 1 4 0                                 6. 8 6 0          
                                                                           
                               

SOLARE

                               
        1 0. 7 3 0                           1 2. 7 5 0          
                                                                           
                               

BIO ENERGIE

                               
        1 1. 3 2 0                                   3. 0 2 0          
                                                                           
                               

GEOTERMICA

                               
          5. 6 5 0                                               7 7 2          
                                                                           
             

TOTALE

                 
                                                                               
        8 4. 1 9 0                                           4 1. 3 5 2          
                                                                               
[01/2013]                                                                      


Impianti eolici: la devastazione del territorio nel sud d’Italia  

Delle 4.300 pale eoliche installate nel nostro Paese, il 98% delle quali nel Sud, producono 4.850 MW tanto da porre l’Italia al terzo posto in Europa dopo Germania e Spagna subito prima della Francia e Gran Bretagna. L’installazione e la manutenzione di una pala eolica in Italia costa 4 volte più che in Danimarca.
Quelle posizionate nel Sud girano per 1.500 ore circa l’anno contro:
Portogallo 2.235 - Grecia  2.085 - Olanda  2.065 - Spagna  2.050 - Svizzera  2.000 - Danimarca  1.880
Un settore, quello dell’eolico in Italia, gonfiato a dismisura dall’enormi sovvenzioni statali e dalla mancanza di regole. E’ stata creata la figura di “Sviluppatore”  con poteri superiori alle Amministrazioni locali. La sua decisione (potenza da installare, località e posizione) è insindacabile e nessuno può opporsi.

La devastazione del territorio è sotto gli occhi di tutti. Uno sconcio che produrrà guasti non solo economici ma anche sociali che sta stravolgendo l’esistenza di splendidi borghi e culture rare e produrrà un punto di non ritorno per tutto il sud della nostra Italia.
Chi ci guadagna in questo business devastante e costoso? Lo stesso Ministro dell’Economia Giulio Tremonti ha recentemente detto che “il business dell’eolico è uno degli affari di corruzione più grandi in Italia”.
Studi recenti hanno evidenziato che nel 2008 sono stati creati circa 28.000 posti di lavoro in questo settore. Considerando che i sussidi erogati dallo Stato sono stati pari a 2,3 Miliardi di Euro, ogni posto di lavoro creato è costato 82 mila Euro
Comprendendo tutte le energie rinnovabili, compreso il Fotovoltaico, si calcola che un posto di lavoro venga a costare almeno sette volte di più rispetto all’industria.
Per non parlare dei costi dell'elettricità: oggi un KWatt di energia al cittadino oggi costa 6,5 centesimi di €. Ebbene chi produce eolico ne intasca il doppio mentre con il fotovoltaico si arriva a 5/6 volte il valore iniziale, cioè attorno ai 40 centesimi di €. Dove è la convenienza?

Recentemente il Sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all'energia, Stefano Saglia, ha spiegato che gli incentivi alle rinnovabili ricadono sulla bolletta degli italiani. Se l'attuale meccanismo di sussidi e il sistema dei Certificati verdi che in molti casi ha sostenuto più la rendita che lo sviluppo, non verrà  corretto, nel 2020 avremo un esborso di 9 miliardi di Euro, cioè il costo delle due centrali nucleari  programmate dal Governo peraltro a carico dei privati e non di noi contribuenti. Il Sottosegretario Saglia ha anche fatto presente che molti Paesi leader del settore delle rinnovabili come la Spagna e Germania, stanno riducendo gli incentivi pubblici.

Ci sono oggi richieste di connessione alla rete pari a 88.200 Megawatt. L’ANEV, l’Agenzia che raggruppa le aziende dell’eolico in Italia, stima che entro il 2020 la produzione potrà raggiungere 16.000 Megawatt massimo. Come mai tutte queste licenze? evidentemente il “Certificato verde” ha dei notevoli ritorni economici.
Dopo aver avvelenato il “ventre” del Sud con scarichi abusivi di sostanze tossiche, ora si sta strangolando il bellissimo, meraviglioso e unico paesaggio del nostro meridione con le pale eoliche.
Fermare questa speculazione e questo scempio è un dovere di tutte le persone a cui sta a cuore il futuro del nostro Paese.
La tutela del paesaggio è prevista dall’articolo 9 della Costituzione.
[08/2010]

Tipico impianto eolico

 

LA PRODUZIONE DI RINNOVABILI IN ITALIA  2008 in GWh

Idrica

39.452



Fonte: Terna 2009

(*) Compresi gli impianti fotovoltaici incentivati in conto energia di fonte GSE.
Biomassa   6.606
Geotermica   5.199
Eolica   6.432
Fotovoltaica(*)   200
Anche l'Italia si muove. A parte la geotermica che, rispetto al 2007, ha subito una flessione di circa l'1%, tutte le altre fonti nel 2008, hanno aumentato la produzione e in particolare l'idrica con un aumento del 22%, l'eolica con un + 60% mentre la fotovoltaica ha avuto un incremento eccezionale del 413%.
Il fotovoltaico, malgrado la produzione fosse aumentata di oltre quattro volte, resta ultimo con una produzione irrisoria, circa il 3,5 per mille della intera produzione delle rinnovabili. Questo la dice lunga sulle difficoltà che incontra questo tipo di tecnologia che richiede molti investimenti e rende relativamente poco.
L'Italia, nella produzione delle rinnovabili, è posizionata al quarto posto in Europa dietro a Germania, Svezia e Francia. [07/2009]

Tipico impianto di pannelli solari sul tetto di una casa.

 

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IL SOGNO SPEZZATO DELL'ENERGIA SOLARE IN CINA
Il petrolio a 60 dollari ha trascinato sulla sua scia il ribasso di altri carburanti fossili, dal gas al carbone. L'appetibilità di tutte le fonti rinnovabili, dal solare all'eolico, in una logica contabile di breve termine, è crollata.
La più grande azienda cinese di pannelli fotovoltaici, la SUNTECH POWER, leader globale nel suo settore con fabbriche impiantate anche negli USA, è sull'orlo di una possibile bancarotta. Metà delle fabbriche in Cina lavorano solo un giorno alla settimana, tutte la altre sono chiuse e migliaia di dipendenti licenziati.
Se si fa un calcolo strettamente economico, senza contabilizzare i danni dell'inquinamento, l'energia solare con le tecnologie attuali non è competitiva rispetto ai carburanti fossili crollati di prezzo sulla scia del petrolio.
Insieme alla Suntech Power anche Sun Power, JA Solar, LDK solar, Triva Solar e Solar Enertech (nomi inglesi per facilitare l'export, ma di proprietà cinesi) sono crollate inesorabilmente. Queste sei aziende fanno parte dei sedici maggiori fabbricanti mondiali di pannelli fotovoltaici, e dietro a questi grandi ci sono oltre 400 piccoli produttori locali e 30mila imprese attive nel business ambientale, con 3 milioni di dipendenti e 700 milioni di yuan di fatturato che avevano colto l'opportunità delle tecnologie verdi, cioè energia pulita e rinnovabile che non emette gas CO2.
In seguito alla crisi e all'improvviso calo dell'export Made in China, alla fine di del 2008, con 67.000 imprese cinesi fallite in soli 6 mesi, sono drasticamente diminuiti i consumi di energia elettrica e di petrolio e quindi le emissioni di CO2.
Nel maxi piano di spesa pubblica per il 2009, annunciato dal governo cinese per sostenere la crescita (600 miliardi di dollari), non c'è un solo dollaro dedicato all'energia solare.
 
CONGELAMENTO DI NUOVI IMPIANTI EOLICI NEL MONDO
Il solare cinese non è l'unica vittima della recessione-deflazione globale. THEOLIA, il colosso francese delle energie alternative, ha cancellato il progetto di creare una nuova filiale dedicata ai paesi emergenti.
Il magnate americano T. Boone Pickens, che aveva in cantiere la più grande centrale eolica del mondo nel Texas, ha congelato il progetto.
Un'altra impresa specializzata nelle pale a vento, la britannica CENTRICA, ha bloccato tre piani di creazione di di nuove centrali eoliche.
La crisi bancaria ha reso gli investimenti estremamente prudenti; trovare fondi per progetti decennali è diventato molto più difficile. [12/2008]
Aggiornamento: Gennaio 2013...

Michele Zampilloni

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