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Aggiornamento: agosto 2009 |
Il nucleare dell'Enel riparte dalla Slovacchia
A Mochovici, in piena campagna a 120
chilometri da Bratislava, l'Enel torna a costruire 880 megawatt
dall'atomo per la prima volta dopo Caorso, a distanza di trent'anni da
allora.
E' un progetto da 2,775 miliardi di euro. Non è la terza generazione
come l'EPR di Flamanville,
qui la tecnologia è russa a metà tra la seconda e la terza generazione.
Il nuovo impianto, inaugurato dal primo ministro Fico, prevede il
raddoppio dei due "blocchi" già esistenti che saranno collegati alla
rete nel 2012 e 2013, e contribuirà complessivamente al 45% dei consumi
interni della Slovacchia con 6 miliardi di chilowattora aggiuntivi. Per
l'Enel significa sommare ulteriore capacità agli altri 4 mila megawatt
gestiti in Europa, dopo le varie acquisizioni fatte all'estero.
L'atmosfera che si respira a Mochovici, tra una trentina di ingegneri
italiani e quelli slovacchi incaricati del progetto, è un po' quella di
un nuovo battesimo, in attesa della riapertura del nucleare in Italia.
La Slovacchia, in questo contesto, è un investimento che si ripaga da
sé. la nuova centrale sarà finanziata attraverso il cash flow di
Slovenske Elektrarne, controllata al 66% dall'Enel e per la quota
restante dallo Stato slovacco, grazie al blocco dei dividenti agli
azionisti fino alla conclusione dell'opera.
[11/2008]
Il ministro Claudio
Scagliola e l'amministratore delegato dell'Enel Fulvio Conti hanno dato
ufficialmente, il 14 luglio 2009, il via ai lavori per il raddoppio
dell'altro blocco della centrale nucleare che l'Ente italiano possiede a
Mochovce, in Slovacchia.
L'investimento complessivo per i due blocchi è di 3,3 miliardi di euro.
Il ministro Scagliola ha confermato che i lavori si dovrebbero
concludere entro il 2013 come preventivato, giusto in tempo per avviare
quelli della prima centrale italiana. [08/2009] |
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